lunedì 5 settembre 2022

Recensione: Chi muore e chi uccide - autore - Vincenzo padovano Nua edizioni

 



Rubrica -Straordinarie letture - NUA Edizioni





 

 


 



Link recensione:

https://booknelmondostraordinarieletture.blogspot.com/2022/09/recensione-chi-muore-e-chi-uccide.html 

 

 

Un mondo in cui il confine fra bene e

male è ormai evanescente e in cui,

una sola cosa è drammaticamente

chiara: c’è chi muore e chi uccide.

 

Tra le strade avvolte nell’indeterminatezza dovuta al virus

e ai lockdown, l’oscura ombra della morte genera un

terrore incontrollato, che si impossessa della quotidianità

e anche dei sogni.

 

 




 

 




SCHEDA LIBRO




 

 

 

TITOLO: CHI MUORE E CHI UCCIDE

AUTORE: VINCENZO PADOVANO

PAGINE: 380

FORMATO: BROSSURA CON ALETTE A5

PREZZO: 18,00 €

ISBN:9788831399784

 

 

 

 

 




 

 

 

Biografia autore

Vincenzo Padovano, avvocato e professore, è al suo terzo romanzo. Nel 2007, ha pubblicato il

thriller "Le regole della paura" (Bastogi, 2007), basato sul proprio racconto "Fine???", vincitore

del NeroPremio 2003 e comparso nell’antologia "Doppio Incubo" realizzata da La Tela Nera. Nel

2018, con il racconto "Strategia d’uscita", è finalista al premio GialloLuna NeroNotte, organizzato

dall’associazione culturale Pa.Gi.Ne, in collaborazione con il Giallo Mondadori.

Più volte finalista al torneo letterario IoScrittore (edizioni 2019 e 2020) organizzato dal gruppo

editoriale Mauri Spagnol, nel 2019 è finalista anche alla prima edizione del premio 1 Giallo X

1000 con il thriller Oltre ogni evidenza (0111 Edizioni, 2019). Nel 2021 è finalista alla terza edizione

del premio 1 Giallo X 1000 con il thriller "La meccanica dell’inganno" (0111 Edizioni 2021).

 



 

 


Anteprima – Chi muore e chi uccide – Vincenzo Padovano

Vi lascio una piccola anteprima gratuita di una delle prossime uscite NUA, il thriller Chi muore e chi uccide di Vincenzo Padovano.

 



 



 

Parte prima:

CHI MUORE

 

Gennaio 2002

 

«Pronto, 118.»

«Aiutatemi, vi prego. È successa una cosa terribile. Dovete venire subito.»

«Signora, cerchi di calmarsi e mi descriva l’emergenza.»

«C’è una testa sul tavolo della mia cucina.»

«Una…?»

«Una testa. Qualche minuto fa non c’era. Ho accompagnato mio figlio allo scuolabus, e quando sono tornata… È piccola e tutta sporca di sangue. Oh, mio Dio! C’è sangue dappertutto.»

«Signora, mi sente?»

«Sì, la sento. Ma fate presto. Non c’è tempo da perdere. Perché ci mettete così tanto?»

«Signora, mi dica come si chiama e da dove telefona, altrimenti non posso esserle d’aiuto.»

«Oh, Gesù! Sbrigatevi, ve lo chiedo in ginocchio. Il corpo è sotto il tavolo.»

«Ha detto un corpo, signora?»

«Sì, un corpo. È piccino. È steso a terra. Gli ho detto di mettersi in piedi, ma non si muove. Dovete mandare un’ambulanza. Subito!»

«Signora, dove si trova? Almeno questo riesce a dirmelo?»

«Sono a casa, credevo fosse chiaro. Ma fate presto. Magari la testa si può ancora riattaccare.»

«C’è qualcuno lì con lei? Qualcuno che può passarmi al telefono.»

«No. Sono sola. Mio marito è uscito mezz’ora fa per andare in ufficio. Venite, vi scongiuro!»

«Signora?»

«Sì?»

«Faccia un bel respiro, conti fino a tre e mi dica il suo nome e da dove chiama.»

«…»

«Signora…?»

«Non me lo ricordo. Gesù, non me lo ricordo.»

«Non ricorda come si chiama?»

«Non ricordo la via. Non ricordo dove abito. Gesù! Non potete localizzare la telefonata o qualcosa del genere?»

«Non nell’immediato, signora. Sta chiamando da un cellulare. Ma se mi fornisce il numero del fisso…»

«Non ce l’abbiamo il fisso. L’abbiamo tolto.»

«Allora è proprio necessario che mi dia il suo indirizzo, cominciando dalla città.»

«C’è un coltello accanto alla testa. Dovete muovervi. Potrebbe essere ancora in casa.»

«A chi si riferisce, signora?»

«…»

«Signora…?»

«Oh, santo…! C’è qualcosa nel ripostiglio. Qualcuno… Lo sento. Avevo ragione. È ancora in casa.»

«C’è un vicino che può chiamare, signora? Ho proprio bisogno di sapere da dove sta telefonando per poterla aiutare.»

«Vivo in una villetta. I vicini sono troppo lontani e… Oooh!»

«Signora, cosa sta succedendo?»

«È nel ripostiglio. Lo sento. Rantola. Dovete mandare i soccorsi.»

«Signora, si concentri e cerchi…»

«La porta…»

«Come dice?»

«La porta del ripostiglio…»

«Signora…?»

«La porta del ripostiglio si sta aprendo.»

«Signora…»

«C’è un uomo qui con me. Deve aiutarmi, la supplico. È mostruoso. Non ha la faccia. Mi aiuti! La prego. Glielo chiedo in ginocchio.»

«Signora, sto contattando la polizia. Forse loro…»

«Sta venendo verso di me. Adesso gli vedo gli occhi. Ha solo gli occhi. Niente faccia. Mio Dio! Sta’ lontano. Aaah! Sta’ lontano da me!»

«Signora, sto…»

«Via! Via!»

«Signora?»

«…»

«Signora, mi sente?»

«…»

«Signora, in questo momento è in contatto anche con il pronto intervento della polizia. Stanno cercando… Signora…?»

«…»

«Mio Dio, signora, è ancora in linea? Cosa sono questi rumori?»

«…»

«Signora, mi sente? Signora, la prego, risponda.»

«…»

 









 

Settembre 2019

 

Il nastro a bande oblique bianche e rosse era teso fra alcuni paletti d’acciaio piantati nel terreno per delimitare la zona.

L’area circoscritta includeva il primo tratto di una pista sterrata che si inoltrava nei campi partendo dalla complanare. C’erano poi un casolare abbandonato dell’Opera Nazionale Combattenti, una Ford station wagon bianca e gran parte di un cervello umano. L’organo, in poltiglia, condito con sangue ormai raggrumato, frammenti ossei e pezzetti di vetro, si stava asciugando al sole a metà strada tra la costruzione e il veicolo.

Nella Ford c’era un uomo accasciato sul volante: il proprietario della materia grigia. Il suo stesso sangue gli gocciolava addosso dalla cappotta. Il cranio gli finiva appena sopra l’orecchio.

Qualunque cosa gli fosse passata per la testa prima di morire doveva essere stata di grosso calibro.

Con quel che gli rimaneva della fronte, aveva suonato il clacson fino a quando un tecnico della Scientifica non aveva messo fine allo strazio scollegando la batteria. Era stato quel rumore insistente a richiamare l’attenzione del contadino che aveva ritrovato il corpo.

Il vicequestore Minischetti aveva un brutto presentimento. Gli sembrava di vivere un déjà-vu che non voleva saperne di scomparire. Un mese prima, un povero cristo era stato trovato in un boschetto non lontano da lì, con la testa attaccata al volante della sua auto e il cranio scoperchiato. Proprio come l’uomo nella station wagon.

Cercando di non strappare i copriscarpe monouso che aveva dovuto indossare per non incasinare la scena del crimine, Minischetti si avvicinò ai tre individui che stazionavano accanto alla vettura. Due indossavano una tuta integrale di Tyvek. Il terzo era in giacca e cravatta.

Il più alto non aveva né ciglia né sopracciglia. L’ispettore Di Niro era affetto da alopecia totale e, con gli occhiali protettivi che gli penzolavano dal collo, era riconoscibile anche con il cappuccio tirato su.

Il dottor Mossuto, il medico legale, era distinguibile dalla pancia enorme che minacciava di strappargli la tuta. Aveva ancora tutti i dispositivi di protezione al loro posto, ma sembrava non vedere l’ora di raggiungere gli specialisti ERT, gli Esperti di Ricerca Tracce, e gli altri tecnici della Scientifica che, conclusi i rilievi, si erano assiepati intorno ai loro pick-up modificati, al di là del nastro, in compagnia degli agenti che di solito tenevano lontani i curiosi quando l’omicidio non avveniva, come in quel caso, nel bel mezzo di un campo di pomodori a raccolta finita.

Il tizio in abiti civili era il sostituto procuratore Guglielmo Lamanna. Anche lui aveva le scarpe coperte.

Alla vista del magistrato, il brutto presentimento di Minischetti aumentò di intensità.

Si salutarono tutti con un silenzioso cenno del capo.

«Quale onore!» esordì il pubblico ministero. Non aveva motivo di fare ironia e non la stava facendo. Era solo un po’ gradasso. «Mi aspettavo al massimo una capatina del sostituto commissario.» Si riferiva al comandante della sezione Omicidi. «E invece… Il gran capo in persona.»

Minischetti non replicò. Si limitò a rivolgergli un sorriso di circostanza. Non gli piaceva perdersi in chiacchiere in presenza di un cadavere.

Andò al sodo.

«Allora, chi abbiamo qui?» Lo chiese sapendo che a rispondergli non sarebbe stato il medico. Minischetti non l’aveva mai sentito parlare al di fuori di un’aula di tribunale per una deposizione.

Anche Lamanna sapeva chi sarebbe stato ad aprir bocca. «Le tocca ripetere tutto,» disse, strizzando l’occhio a Di Niro. Annuendo, l’ispettore consultò il tablet che aveva fra le mani guantate.

«Giovanni Mantuano. Quarantadue anni. Sposato. Padre di due figli. Proprietario dell’auto. Idraulico. Nato e residente in città. Incensurato.»

Minischetti pensò: Cristo!

«Nel portafogli abbiamo trovato trecento euro più qualche spicciolo, e una carta Bancoposta con tanto di codice segreto scritto a mano su un foglietto.»

Cazzo! Quelle informazioni erano gravide di spiacevoli implicazioni.

Minischetti sentì il suo brutto presentimento salpare verso le inospitali coste di un’atroce certezza.

Il tizio ucciso nel boschetto era abruzzese, di passaggio in Puglia per lavoro. Era pertanto improbabile che avesse qualche rapporto con l’uomo nella Ford. Pure lui non era stato rapinato. Inoltre, anche lui era stato un signor nessuno.

In una provincia che comprendeva città in cui i pregiudicati rappresentavano la metà della popolazione residente, conteggiati anche i bambini, un signor nessuno era una persona onesta. Qualcuno non affiliato né alla Società né ad alcun altro clan connesso. Se due individui con la fedina penale pulita, senza collegamenti fra loro, venivano ammazzati intenzionalmente a un mese di distanza l’uno dall’altro, con le stesse modalità e senza essere stati derubati, allora bisognava per forza di cose cominciare a pensare a qualcuno che sceglieva le sue vittime a caso.

E Minischetti odiava il caso.

Odiava gli omicidi che non erano dettati da rancori o gelosie, dall’avidità, dalla vendetta, dalla necessità di dare l’esempio o di mandare un messaggio per meglio controllare il territorio.

Odiava quei crimini che non potevano essere risolti scandagliando le dinamiche interne alle cosche o le problematiche interne a una famiglia.

Odiava i pazzi, gli assassini seriali e i terroristi, ammesso che fossero tipologie di persone differenti. Nelle rare occasioni in cui ci aveva avuto a che fare, aveva perso il sonno. Letteralmente.

 

***

Vi ricordo che Chi muore e chi uccide di Vincenzo Padovano sarà disponibile in tutte le librerie dal 9 settembre!

Di seguito i link di alcuni store in cui potete già pre-ordinare l’ebook e il cartaceo!

 

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Kobo

 

 


 

 

 

RECENSIONE

By

Grazia

 

 

 

L’incipit del romanzo si apre con una parte prima: Chi muore, a cui segue lo svolgimento vero e proprio con chi uccide. Siamo nel 2002. Una telefonata al 118 e una testa ritrovata sul tavolo di una cucina, con il virus che impazza tra le strade del sud dell'Italia.

 

Tra le strade avvolte nell’indeterminatezza dovuta al virus

e ai lockdown, l’oscura ombra della morte genera un

terrore incontrollato, che si impossessa della quotidianità

e anche dei sogni.


 

Poi si riparte dall’anno 2019

 

In una catena di violenze si susseguono omicidi efferati tra le tensioni e le paure

della pandemia ancora in corso. Ed è a questo punto che entrano in gioco tre personaggi, completamente diversi l’uno dall’altro i quali si trovano a risolvere uno dei casi più complicati di omicidi,

finché la scia di sangue lasciata dal serial killer non li assorbe completamente.

Ora, il vicequestore Minischetti uomo caparbio e riflessivo, uno Sherlock Holmes moderno, introdurrà tutti gli strumenti in suo possesso per riuscire a comprendere qual è il filo conduttore che collega gli omicidi di tre giovani donne, avvenute all’incirca diciotto anni prima, a un killer di professione e a una donna accusa di infanticidio.

La storia si svolge per la maggior parte in una provincia di quelle  Pugliesi, città in cui i pregiudicati rappresentano la metà della popolazione che vi risiede, inclusi anche i bambini. Il cadavere che viene ritrovato è una persona onesta come tante. Fa l’idraulico di professione e non è affiliato né alla Società né ad alcun altro clan collegato. All’uomo ucciso viene collegato un altro individuo anch’esso con la fedina penale pulita, e senza che tra i due ci sia un benché minimo rapporto, praticamente non si conoscono. I due vengono uccisi premeditatamente e a un mese di distanza l’uno dall’altro, con lo stesso modus operandi  e senza essere derubati. A questo punto, Minischetti pensa che la strada da percorrere sia quella dell’omicidio casuale.

Tuttavia il vicequestore riflette sul fatto che i crimini non essendo dettati da rancori o gelosie, dall’avidità, dalla vendetta, dalla necessità di dare l’esempio o di mandare un messaggio per meglio controllare il territorio,

siano di difficile risoluzione e non possono dunque essere risolti analizzando solo le dinamiche interne alle cosche o le problematiche interne a una famiglia.

 

 

 



 


Considerazioni personali

 

Un thriller dal ritmo incalzante. Una storia cruda che tiene il lettore con il fiato sospeso sino alla fine.

 

Buona la descrizione psicofisica dei personaggi, a partire dal vicequestore Minischetti e l’ispettore Di Niro affetto da alopecia totale, nonché il medico legale e sostituto procuratore Guglielmo Lamanna e il dottor Mossuto, il medico legale, distinguibile dalla pancia enorme. Un personaggio se vogliamo junghiano e Melania, la donna che pensa che la violenza non le appartiene, non deve appartenerle. Cerca di allontanare da sé i brutti pensieri. Ma sarà proprio così, o dentro il suo animo si nasconde un’altra e ben più terribile verità?

Tuttavia, Melania fa qualcosa senza pensarci, che attira l’attenzione della madre di un bambino incontrati al supermercato. Ma a una reietta come lei non è consentito manifestare spontaneamente segni di umanità e quando Melania picchietta sul vetro della macchina per richiamare l’attenzione del piccolo, lo sportello si spalanca

e ne esce la madre che si mette a urlare, infierendo su Melania con una serie di droplets, le goccioline che si emettono quando si parla o si starnuta e che finiscono in faccia alla madre del piccolo che fuori di sé si avvicina a Melania, e puntandole il dito contro comincia a ingiuriarla, a riempirla di improperi. Sa chi è, Mema, l’infanticida, l’aveva vista in televisione, tutti l’avevano vista in TV.

Ed anche un omicida, comunque, potrebbe essere perché no una brava persona, perché chi uccide a volte lo fa perché la sua mente è oppressa da qualcosa di oscuro che nemmeno Freud nel Trattato: “Le mie opinioni sul ruolo della sessualità nella etiologia delle nevrosiè riuscito a spiegarsi, e chi muore, perché a volte si trova nel posto sbagliato in una circostanza imprevista.

Ma non dobbiamo meravigliarci più di tanto, perché già alla nascita la maggior parte dei bambini sono dotati di una precisa organizzazione sessuale e di un’energia sessuata, che può manifestarsi fin da subito ‘perversa e polimorfa’. Perché la perversione che spinge la mano del serial killer è caratterizzata da una distruttività nei confronti dei propri simili attraverso pensieri e azioni di carattere ostile... 
Direi che ci troviamo di fronte a un thriller ben orchestrato, con pause ritmiche narrative ben inserite nel testo.


L’autore si appoggia a un’analisi stilistica ben coordinata e i cui periodi sono brevi e ordinati, soprattutto per quanto riguarda le parti dialogiche. Lo stile è sobrio ma con un lessico abbastanza ricercato per quanto riguarda il genere.  In alcune parti, attraverso la metafora, l’autore ci lancia dei messaggi tra le righe (vedi lockdown e covid) Ho riflettuto molto su alcuni passaggi che mi hanno colpito più di altri, dove l’essere umano, trovandosi in balia di un virus letale deve fare i conti con sé stesso e la natura tutta, con la crudeltà di altri esseri umani che hanno solo voglia di sfocare i loro più bassi istinti sia sessuali che primordiali, il tutto all’interno di una cornice ambientale ottimale come può essere la Puglia alle prese con una Pandemia che ha fatto strage al pari di un serial killer come fu Jack lo Squartatore.




 

 

 

Voto:

 ****

 

 




 Buona Lettura







 

 

Alla prossima

 









 

 

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                                            E. G. Cormaci 

Romana di adozione, vive a Manziana, un grazioso angolo immerso nel verde. Si  interessa da sempre di letteratura. Diplomata con specializzazione in scrittura creativa, scrive sceneggiature per il cinema e la TV, tra cui quella per la fiction Io non dimentico. (Canale 5 – anno; 2007) Lavora come consulente editoriale, editor, blogger, correttore di bozze, Ghostwriter e giornalista freelance; scrive articoli su fatti di cronaca. Per il Ciliegio, dirige come blogger la rubrica mensile: “Uscite Succose” da lei ideata, dove vengono recensiti libri, video/intro dei nuovi libri editati dalla casa editrice. Il suo corso di scrittura creativa livello avanzato è stato pubblicato sulla piattaforma di Life Learning

 Sulla rubrica “Piacevoli letture”, sempre da lei ideata per la casa editrice Triskell - e Per la rubrica “Straordinarie letture” da lei ideata e diretta per la NUA edizioni,  e sulla rubrica “Sognando tra le parole”, sempre da lei ideata, per la casa editrice PuBmePotete trovare le segnalazioni e le sue recensioni sul blog: “L’angolo della fantasia – letture infinite.


Per Neri Pozza

Rubrica: “ll Nido dei libri”

Recensisce libri su Respiro di Libri Blog, e per Infiniti mondi – scrittori indipendenti di Andrea Zanotti.

Autrice eclettica e creativa con svariate passioni, continua a coltivare quella per la narrativa.


 

Recapiti:

 

Potete trovare le segnalazioni, recensioni di

 autrici self e no sul suo Blog:

L’angolo della fantasia – letture infinite

https://alit-grazia.blogspot.com/...

 

Rubrica “Uscite succose” del Ciliegio edizioni, potete consultare il  https://piccoletto11lukeletturesuccose.blogspot.com/...

 

 Triskell

https://alitgrazia.blogspot.com/2022/04/triskell-edizioni-blog-langolo-della.html


 

NUA edizioni

Rubrica – “Straordinarie Letture” 

http://booknelmondostraordinarieletture.blogspot.com




PUBME

Rubrica: "Sognando tra le parole" 

https://sognando-tra-le-parole.blogspot.com/2022/11/rubrica-sognando-tra-le-parole-orecchio.html


Genesis Publishing

Rubrica: “Fantastiche letture” 

https://fantasticheletturegenesispublishing.blogspot.com

 

Orecchio Acerbo edizioni

https://fantasie-di-libri-orecchio-acerbo.blogspot.com/2023/01/blog-post.html



Neri Pozza

Rubrica: “ll Nido dei libri”

 https://ilnidodeilibri.blogspot.com/2023/02/segnalazione-uscite-le-novita-della.html



 Fanucci   Editore

Rubrica: “Fantasylibri”

https://fantasylibrifanucci.blogspot.com/2023/03/segnalazioni-uscite-fanucci-editore.html

                                       

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Recensione: TITOLO: PER LA BRUGHIERA - AUTRICE: MARTINA TOZZI - editore: NUA 2023

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